EU ETS 2024: emissioni in calo del 5%, ma l’industria fatica a ridurre
- Andrea Ronchi
- 11 apr
- Tempo di lettura: 3 min
Nel 2024, le aziende coinvolte nel sistema di scambio delle emissioni dell’Unione Europea (EU ETS) hanno registrato un calo complessivo delle emissioni del 5% rispetto all’anno precedente. Un dato apparentemente incoraggiante, ma che nasconde una realtà più sfaccettata: la riduzione è trainata quasi esclusivamente dal settore energetico, mentre l’industria manifatturiera mostra segnali di fatica crescenti nel percorso di decarbonizzazione.
In questo articolo analizziamo i principali dati aggiornati, le implicazioni settoriali e cosa devono aspettarsi le imprese nei prossimi mesi.

Le emissioni EU ETS nel 2024: i numeri principali
Secondo i dati ufficiali pubblicati dalla Commissione Europea, le emissioni verificate degli operatori soggetti all’EU ETS nel 2024 sono diminuite del 5% rispetto al 2023. Questo calo riguarda complessivamente i settori dell’energia, dell’industria e dell’aviazione intra-UE.
Energia: il vero protagonista della riduzione
Il settore energetico ha registrato una riduzione del 10,5%, pari a 453,8 Mt di CO₂. A guidare questo risultato:
La crescita della produzione da fonti rinnovabili (+8%) e nucleare (+5%)
Il forte calo delle emissioni da gas naturale (-8%) e carbone (-15%)
In particolare, la produzione solare (+19%) e idroelettrica sono state le principali protagoniste, mentre l’eolico è rimasto stabile a causa di condizioni meteo meno favorevoli
Industria: riduzioni limitate e legate alla contrazione produttiva
Le emissioni industriali sono diminuite solo dell’1,7%, scendendo a 579,6 Mt. In molti casi, questa riduzione è legata a una contrazione dei livelli produttivi o alla chiusura di impianti, piuttosto che a una reale trasformazione dei processi produttivi.
Nel dettaglio:
Il settore del cemento ha ridotto le emissioni del 5%
I fertilizzanti hanno visto un aumento del 7%
Il comparto metallurgico ha registrato un calo di 2,4 Mt (-1,6%)
Aviazione: emissioni in crescita per estensione territoriale
Le emissioni dell’aviazione intra-europea sono aumentate del 15%. Questo non è dovuto sia ad un aumento del traffico, che all’estensione dell’EU ETS ai voli verso le regioni ultraperiferiche dell’UE (es. Canarie, Azzorre, Martinica), che prima non erano inclusi nel sistema.
Settore marittimo: debutto nell’EU ETS
Il 2024 ha segnato anche l’ingresso del settore marittimo nel sistema ETS. Gli operatori navali sono ora obbligati a restituire quote per il 40% delle loro emissioni di CO₂. Al momento, solo 1.000 su 2.600 entità del settore hanno comunicato i propri dati, con un totale di 39,2 Mt di CO₂ verificate. L’obbligo complessivo di restituzione si attesta a circa 15,7 Mt per il 2024, ma è destinato a salire nei prossimi anni.
Industria manifatturiera: la sfida si fa più dura
Il messaggio che emerge dai dati del 2024 è chiaro: mentre il settore energetico beneficia di alternative tecnologiche sempre più competitive (rinnovabili, nucleare, efficienza), l’industria manifatturiera sta esaurendo le opzioni “facili” per ridurre le emissioni.
La decarbonizzazione industriale richiede investimenti strutturali, innovazione di processo e trasformazioni profonde lungo tutta la catena del valore. Inoltre, l’aumento dei prezzi della CO₂ e l’estensione del sistema ETS2 (che dal 2025 includerà edifici e trasporti) porteranno a una crescente pressione regolatoria anche su settori finora non coinvolti.
Come devono reagire le imprese
Alla luce di questo scenario in rapida evoluzione, le imprese soggette (o prossime all’inclusione) nei meccanismi ETS devono rivedere il proprio approccio alla gestione delle emissioni.
In particolare, diventa prioritario:
1. Sviluppare strategie di decarbonizzazione concrete ed efficaci
Ridurre l’esposizione al rischio regolatorio, rispondere alle aspettative di clienti e investitori e anticipare i trend di settore sono oggi obiettivi strategici irrinunciabili.
2. Introdurre sistemi di internal carbon pricing
Attribuire un prezzo interno (ombra) alle emissioni di CO₂ consente di valutare la carbon intensity delle attività aziendali, orientare in modo più consapevole investimenti e piani industriali, e prepararsi a scenari futuri con prezzi della CO₂ più elevati.
Serve visione, metodo e strumenti
Il sistema ETS europeo evolve rapidamente, e con esso cambia il contesto competitivo per le imprese. Le aziende che sapranno attrezzarsi per tempo non solo ridurranno i rischi, ma potranno cogliere nuove opportunità di mercato, finanziamento e posizionamento.
Se la tua impresa ha bisogno di supporto per affrontare queste sfide – nella compliance ETS, nello sviluppo di strategie di decarbonizzazione o nell’adozione di strumenti di carbon pricing – siamo pronti ad accompagnarti.
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